Referee Inside: la rissa tra Virtus e Trento

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Quando accadono questi fatti la corsa alla ricerca del colpevole o alla giustificazione del gesto diventa lo sport nazionale: scendono in campo tutte le fazioni ed i più beceri hanno come unico scopo insultare o schernire i protagonisti dell’episodio. Vengono spesso ignorate le dinamiche che portano alcuni protagonisti a trascendere l’agonismo sportivo e ad entrare in un vortice di azione reazione difficile da arginare

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Errare humanum est!

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E’ facile essere sicuri di qualcosa dopo aver visto il replay dell’azione, specialmente se lo strumento elettronico ci permette di andare avanti frame by frame e cogliere quegli attimi che l’occhio umano non riesce a leggere. Ma non sempre l’uso delle apparecchiature risolve tutti i problemi: come vedremo, ci possono essere delle situazioni in cui la risoluzione del singolo episodio complica la gestione tecnica e psicologica della gara. La clip seguente ci offre più di uno spunto di cui la chiosa finale vuole essere solo la realistica lettura dell’accaduto.

 

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Se non suona la sirena!

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0nero realizza e il cronometro (in sovraimpressione) si blocca a 01:16; l’immagine riparte con 22bianco in palleggio, con ancora 01:16 e 24, subito dopo sulla barra il cronometro va 01:14 ma il 24 resta fermo. La transizione della squadra bianca prosegue; si gioca in attacco per diversi secondi: sulla barra il 24″ si avvia quando mancano 01:05, con un ritardo di circa 11 secondi! Continua la lettura di Se non suona la sirena!

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We are seven!

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Ci perdonerete se abbiamo evocato una celebre poesia di William Wordsworth, ma il 7 è un numero magico. Nella cabala ebraica è il numero della conoscenza e della sapienza. Nella smorfia rappresenta il vaso: fragile ma capace di contenere cose preziose. A Roma si rappresenta ricorrente nei colli e nei Re! Chi non ricorda i 7 nani di Walt Disney?  Avete mai assaggiato la torta “Sette veli”? Lo so che abbiamo divagato ma se avete voglia di documentarvi sul 7 scoprirete molte cose curiose. 7 falli tecnici fischiati in una partita probabilmente non sono un record ma nel dipanarsi della gara hanno rappresentato momenti importanti e lasciato il segno. Se avrete la pazienza di seguirci analizzeremo le situazioni, leggeremo l’atteggiamento dei protagonisti, proveremo ad ipotizzare cosa passa per la testa di chi sta gestendo  una situazione inusuale.

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Tutto ok?

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La consapevolezza di quanto avviene sul campo ed il controllo di  quanto avviene intorno ad esso sono prerogative del ruolo dell’arbitro. Non ci stancheremo mai di ripetere che ad ogni interruzione/ripresa del gioco gli occhi devono “volare” per un attimo sui cronometri (due) per fotografare il tempo. Queste informazioni devono essere processate e verificate costantemente per ridurre al minimo gli errori, soprattutto quando il gioco è fermo ed è possibile rimediare. La clip è un è un coacervo di situazioni in cui gli automatismi hanno preso il sopravvento sul controllo ed anestetizzato tutti i protagonisti che non si sono accorti di quanto stava accadendo. C come Comunicazione, uno dei fondamentali arbitrali! C come Cambio di controllo, quando l’infrazione alle regole è commessa dalla squadra in controllo di palla la squadra che lo ottiene ha diritto ad un nuovo periodo di 24”: in qualunque zona del campo!

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L’angolo cieco dell’anello

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Spesso gli ufficiali di campo nei colloqui pre gara chiedono aiuto agli arbitri per evitare errori quando la palla tocca “nell’angolo cieco” dell’anello.  Anche se trovare l’angolo in un cerchio è impresa ardua!  Ma effettivamente  vedere la palla che tocca l’anello stando seduti e un po’ defilati non è per niente facile. La prima giornata di campionato ci offre lo spunto per analizzare una situazione, capire le regole e imparare qualcosa.

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Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi!

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Qualcosa è decisamente cambiato, anche se potrebbe sembrare che nulla sia cambiato. Osservando attentamente le partite dei recenti campionati continentali (non solo europei) e le prime della nuova stagione, non sembra che ci siano grosse differenze rispetto al passato: i giocatori continuano a muovere i piedi senza nessuna particolare attenzione a dove li mettono e come li muovono, i fischi a volte arrivano ed altre no. Avere i piedi a posto ed un buon equilibrio è fondamentale per battere l’avversario, indipendentemente dal fatto che il piede perno sia scelto dal giocatore o dalla regola. Ci sono delle situazioni in cui il giocatore ha facoltà di scegliere il perno in funzione di come ha completato la ricezione e l’arresto, altre in cui il piede perno è definito dalle regole, sempre in funzione di quanto sopra. Le nuove disposizioni in materia hanno creato una situazione tecnica particolarmente favorevole per l’attacco: solo col tempo capiremo la portata di questo vantaggio, ma gli allenatori avranno il loro bel da fare per cambiare la “memoria muscolare” dei giocatori per sfruttare tutte le opzioni offerte dalla regola. Probabilmente, come per la possibilità di palleggiare “intorno” alla linea centrale, solo i giocatori più giovani riusciranno a padroneggiare meglio questa regola e a giocare ad armi pari con i colleghi d’oltre oceano. Continua la lettura di Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi!

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