Armageddon!

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Ogni partita di pallacanestro è un piccolo “conflitto” non soltanto perche salvo rarissime eccezioni deve produrre un vincitore, ma anche perché la fisicità dei protagonisti inserita nella dinamicità del gioco può creare attriti anche senza volerlo. Non sapremo mai quali molle fanno scattare qualche reazione spropositata come quella che troverete in fondo a questo articolo. Se i protagonisti devono abituarsi a gestire lo stress generato anche dalla percezione di ingiustizia di alcune situazioni spigolose, chi gestisce la gara deve cogliere questi segnali e portare la nave fuori dalla tempesta prima che i rovesci la possano disalberare. Tutto avviene tra la metà del 1° periodo e la metà del 2° periodo.


Prima di ricevere il passaggio 18rosso marcato dal 12bianco sbraccia colpendo con il gomito destro il mento dell’avversario. 12bianco viene sanzionato con un fallo personale di spinta! 18rosso “si scusa” con un piccolo buffetto sul volto del 12bianco che timidamente parlotta con l’avversario e poi mostra all’arbitro più vicino di aver ricevuto una gomitata.

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Provocazione!

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Chi scrive le regole non sempre riesce ad immaginare quali implicazioni e complicazioni esse avranno con il gioco “giocato”! Le cose sono ancora più intricate con l’instant replay dove spesso il protocollo per limitare le casistiche di utilizzo impedisce di correggere un errore facilmente eliminabile con l’ausilio del video. Per contro a volte l’IRS viene usato in maniera disinvolta e fuori dagli schemi, portando a decisioni che possono soddisfare il senso di giustizia, ma vanno decisamente contro le regole.


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Quando il senso di giustizia va sopra le regole

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In una prestazione sportiva l’errore, sempre in agguato, fa parte del gioco e come tale deve essere accettato e gestito. In questo contesto si inseriscono le regole, scritte per amministrare correttamente qualunque situazione si possa creare, anche quella derivante da un fischio sbagliato o scappato per caso!

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Gli arbitri fischiano, i falli e le violazioni sono commesse dai giocatori!

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Tutti sono sempre alla ricerca di una giustificazione, di un colpevole, di chi ha sbagliato, ma la responsabilità di ciò che accade sul campo è condivisa: chi gioca e chi allena deve conoscere i limiti in cui si può muovere, mentre chi arbitra deve mantenere il più possibile il gioco nei confini delle regole. A volte un gesto eccessivo può essere incontrollato o incontrollabile, altre è consapevole; spesso è la capacità di controllarsi sotto pressione quella che fa la differenza tra un giocatore normale e un campione! Un arbitro maturo accetta un errore, senza considerarlo un fallimento, ma incamerandolo come briciola di conoscenza.

Il gioco è bastardo: ciò che non è mai accaduto o accade raramente, può  ripresentarsi a distanza di una settimana alla stessa squadra! I due episodi che analizzeremo presentano piccole differenze, ma entrambi si collocano perfettamente nei criteri stabiliti dalle regole: come nostro costume ci occuperemo asetticamente dei protagonisti, in quanto il nostro obiettivo non è giudicare,  ma aiutare a capire le dinamiche del gioco e quelle delle regole.

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Canestro e … rimessa dal fondo?

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Il fischio non deve essere istintivo: anche se la decisione deve essere presa in un battito di ciglia, la situazione di gioco va “letta”,  ragionata e contestualizzata! Ci sono delle situazioni in cui la decisione è inevitabile, altre in cui sarebbe meglio soprassedere. A volte trattenere un fischio favorisce la fluidità del gioco ed evita all’arbitro un ginepraio da cui è difficile uscire.  La F8 di LBA di Firenze ci offre lo spunto per analizzare due situazioni simili dal punto di vista del gioco, ma molto diverse sia per il peso della decisione sia per le sanzioni da comminare.

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