Spionaggio arbitrale!
Può fare comodo costruire una ridda di ipotesi su una foto o un pezzo di video, andando a cercare dietrologie Machiavelliane su questo o quell’evento. Per quanto ci riguarda, siamo fermamente convinti che prima di tranciare un giudizio o buttare benzina sul fuoco bisogna informarsi, conoscere e soprattutto capire: ti invitiamo pertanto a guardare con attenzione ed ascoltare i rumori del campo delle clip che seguono. Fatto questo, trai la tua conclusione!
La querelle nasce sul fallo sanzionato a pochi secondi dalla fine della partita. Dopo l’esauriente spiegazione ufficiale proposta dal CIA sulla natura e classificazione del fallo¹, la polemica si sposta su un altro bersaglio: l’arbitro che origlia il time-out e preannuncia al compagno che la squadra bianca commetterà fallo! L’arbitro fa uno dei tanti gesti non convenzionali che vediamo in ogni partita: il problema non è il gesto, ma il significato soggettivo che gli vogliamo attribuire. Di fatto, l’arbitro ha semplicemente richiamato l’attenzione del collega su ciò che sarebbe accaduto poco dopo: una delle opzioni possibili che chiunque abbia “masticato” un briciolo di pallacanestro si potesse aspettare. Il fallo verificatosi pochi istanti dopo scaturisce da una decisione presa dall’allenatore, eseguita dal giocatore e fischiato dall’arbitro. Sul fatto che il fallo ci sia crediamo che nessuno abbia da eccepire, come sul fatto che il regolamento preveda la revisione di questo contatto all’Instant replay.
Ma facciamo un piccolo salto indietro: come si sono comportati gli arbitri dal momento in cui è stata fatta la richiesta del time out? Hanno fatto qualcosa di diverso dal solito? Dopo la richiesta di sospensione gli arbitri, come sempre accade, rimangono sul terreno di gioco. Dopo 50” suona la sirena e il time-out è finito! Le squadre si attardano e la sirena viene suonata di nuovo dagli ufficiali di campo: a questo punto gli arbitri si avvicinano all’area della panchina per invitare i giocatori a rientrare. La squadra bianca è già in campo, ma nonostante ciò l’allenatore sta ancora impartendo istruzioni. L’arbitro pertanto non è andato lì per “origliare”, ma sta solo facendo il suo lavoro. Ci permettiamo di aggiungere che probabilmente nel “vuoto” del palazzo non poteva non sentire quello che i protagonisti si stavano dicendo.
Certamente il gesto dell’arbitro può sembrare ingenuo, ma comunque non possiamo dimenticarci che per sanzionare un fallo non viene MAI valutata l’intenzione dei giocatori, ma solo il gesto tecnico. Per i non addetti ai lavori, per nostalgici del fallo intenzionale e per i complottisti, aggiungiamo che il giocatore bianco per non incorrere nella sanzione di fallo antisportivo deve fare un fallo di normale intensità e tecnicamente nello spirito delle regole (vi ricordo che sul regolamento non esiste lo spirito del gioco). Nel caso specifico, il difensore arriva di corsa alle spalle dell’avversario, non ha un grande controllo della postura e colpisce il braccio sinistro dell’avversario senza nemmeno guardare la palla e senza aver nessuna possibilità tecnica di giocare la stessa. Commettere fallo comporta un rischio ed in queste situazioni la foga e l’adrenalina possono aumentare forza e velocità a scapito del controllo! Fare un fallo normale non è particolarmente difficile, ma bisogna usare la testa e non l’istinto!
La decisione di fare fallo prima possibile per dare due tiri ed avere l’ultimo pallone o subire un altro fallo è una scelta tattica! Ma sul regolamento non esistono falli tattici, falli onesti o falli di gioco; esistono solo falli personali, antisportivi, da espulsione, chiaramente definiti e circoscritti. Possiamo discutere della disomogeneità applicativa, ma finché a fischiare saranno esseri umani, gli errori si potranno limitare e non eliminare. La regola del fallo antisportivo può non piacere, ma finché non verrà cambiata tutti devono giocare, arbitrare, commentare e tifare con quella.
Dopo questa piccola divagazione, torniamo alla clip: possiamo pensare che un arbitro si faccia condizionare dal gesto del collega, sparando un fischio sulla prima spolverata che avviene? Noi pensiamo che la comunicazione, ancorché non convenzionale, possa aumentare l’attenzione per garantire una tempestività di fischio che tuteli entrambe le squadre. Una chiamata immediata spesso previene ulteriori contatti, spesso più intensi e che possono trasformare un fallo normale in un fallo antisportivo. Il gesto dell’arbitro che mima la richiesta di fallo da parte del coach può apparire ingenuo, ma non ha nessun effetto sul dopo: il gesto non modifica nessuno scenario, né tecnico, né tattico! I giocatori vanno dove hanno detto gli allenatori e fanno ciò che è stato loro richiesto!
Gli arbitri si guardano in campo e a volte ammiccano, altre indicano; parlano nei time out e negli intervalli di giocatori, contatti, comportamento, pressione, sostituzioni, di ciò che si aspettano al rientro in campo dei giocatori: questo non li condiziona minimamente, al massimo li prepara a qualche aspetto peculiare della partita. Lo scambio di informazioni non vuol dire mettere un colpo in canna, tantoméno sparare un fischio a vanvera.
Qualcuno ci ha chiesto: perché ha fatto quel gesto? Non lo sappiamo! Probabilmente con il senno di poi, l’arbitro si taglierebbe una mano, ma vogliamo ribadire che il gesto ai fini del gioco ed in quella giocata è assolutamente irrilevante. Probabilmente tra poco gli arbitri avranno auricolare e microfono e quindi perlomeno a palla morta e cronometro fermo, una volta sputato il fischietto, potranno comunicare senza gesticolare. Siamo curiosi di vedere come funzionerà il connubio tra fischietto e microfono, in uno sport dove si deve tenere sempre il fischio in bocca, ma per favore la prima volta che un arbitro si toglierà il fischietto per parlare nel microfono e perderà una chiamata non crocifiggetelo. Parlare è più umano che fischiare!
Se ci possiamo permettere un suggerimento, sarebbe molto più semplice ed uniforme se i falli e le violazioni venissero letti, valutati e fischiati secondo le regole e non secondo il pensiero individuale di chi osserva: che abbia un fischio in bocca o meno.