Siamo lieti di annunciare una nuova collaborazione con il portale Basket Inside
All’interno della rubrica “Referee Inside” potrete trovare azioni curiose o inusuali utilizzate per spiegare il regolamento anche ai non addetti ai lavori: un ripasso per i più esperti ed una piccola guida per chi si affaccia per le prime volte al basket. Vi aspettiamo numerosi!
Cosa è successo: a pochi secondi alla sirena 5verde riceve dalla rimessa. La sovrimpressione (non sarebbe il caso di abbassarla e renderla più piccola?) non ci permette di valutare una probabile violazione di passi in partenza; quattro rapidissimi palleggi, raccolta del pallone, arresto e fischio dell’arbitro! Il giocatore prosegue lanciando le braccia verso l’alto e successivamente abbozza una sorta di tiro senza pallone. Continua la lettura di Ultimo Tiro→
Alcuni giocatori sono maestri nel capire come trarre vantaggio dalle situazioni che il gioco propone. Per fare questo bisogna essere padroni delle regole è soprattutto sviluppare quella “intelligenza cestistica” di cui abbiamo già trattato in un articolo precedente.
Quando inizia l’atto di tiro? Non vi stiamo a tediare con la regola, di cui sotto trovate i riferimenti, ma vogliamo darvi alcuni indicatori che vi permettano di leggere meglio la giocata.
Spesso e volentieri ci troviamo a discutere su alcuni movimenti che sono legali solo se eseguiti con la corretta tecnica e nei tempi giusti. Per valutarne la legalità non è fondamentale la velocità di esecuzione: un terzo tempo lento non è passi, un reverse eseguto a 1000 all’ora non sempre è legale. Il momento topico è quello della raccolta del pallone, cioè quando il giocatore termina il fondamentale precedente: la ricezione o più frequentemente il palleggio.
Per fare questo abbiamo preso in esame tre situazioni, con la certezza che si tratti di violazione di passi: abbiamo una clip tratta dall’Eurolega, una del campionato italiano di serie A e una della NBA.
Riprendiamo l’articolo “Un raffica di antisportivi” per analizzare i vari scenari di ripresa del gioco dopo la sanzione di un fallo antisportivo commesso su un giocatore in atto di tiro. Partiamo dal filmato:
Fisico ed atletismo sicuramente aiutano, ma non sono sufficienti per giocare a basket. L’elenco delle doti e delle capacità necessarie per eccellere a pallacanestro è lunghissimo: molti hanno tanto, ma pochissimi hanno tutto. Solo pochi giocatori eccellono in intelligenza cestistica, ovvero nella capacità di cogliere l’attimo e ottenere il massimo vantaggio da quello che sta accadendo sul campo, magari sfruttando le pieghe delle regole, o cogliendo cinicamente il minimo errore dell’avversario.
In questo articolo usciremo dal cliché tradizionale di WeRef: partendo dal gioco e da alcune situazioni curiose e cercheremo di capire cosa i giocatori hanno “inventato” per volgere a loro favore la giocate. Ci piace pensare che tutto quello che vi descriveremo sia stato fatto consapevolmente dai giocatori, e conoscendone molti ne abbiamo quasi la certezza.
Quando viene realizzato un canestro la palla diventa morta, ma è comunque “di proprietà” della squadra che ha diritto al possesso per la rimessa dal fondo. Nessun giocatore della squadra che ha realizzato canestro può toccare la palla o ritardare volontariamente la rimessa in gioco della stessa (RT 36.3.1).
Nell’articolo “Piccole – Scaramucce” abbiamo già trattato marginalmente l’argomento, ma il campo ci ha offerto l’opportunità di approfondire ulteriormente e di cogliere alcuni spunti e sfumature che permettono di migliorare la lettura, la conoscenza e la gestione di queste situazioni da parte di tutti i protagonisti della gara. Vi ricordiamo che l’arbitro dovrebbe facilitare lo svolgimento della gara: questo compito può essere svolto solo se c’è la collaborazione di tutti i protagonisti e la comunicazione è efficiente
A volte nelle partite nascono dei conflitti tra giocatori, allenatori, arbitri. Non sempre il fair-play trionfa, anzi in più di un’occasione i giocatori mettono in atto piccole furberie, trash talking o azioni di disturbo mirate ad innervosire e deconcentrare gli avversari. Normalmente chi accende la scintilla cerca di confondersi tra compagni e avversari, magari per sfuggire agli strali arbitrali e a qualche provvedimento disciplinare; alcuni giocatori con spirito collaborativo cercano di sedare gli animi, mentre altri più battaglieri si fanno avanti a petto in fuori per attizzare il fuoco e cercare giustizia sommaria. Raramente vediamo i giocatori arrivare alle mani, ma l’atteggiamento di qualcuno meriterebbe pesanti reprimende da parte del proprio team staff e qualche provvedimento disciplinare più pesante di un semplice richiamo.
Come sempre prendiamo spunto da episodi reali per spiegare meglio quali sono i principi che regolano queste situazioni, conoscere per riconoscere piccole e grandi scorrettezze!