Errare humanum est!

E’ facile essere sicuri di qualcosa dopo aver visto il replay dell’azione, specialmente se lo strumento elettronico ci permette di andare avanti frame by frame e cogliere quegli attimi che l’occhio umano non riesce a leggere. Ma non sempre l’uso delle apparecchiature risolve tutti i problemi: come vedremo, ci possono essere delle situazioni in cui la risoluzione del singolo episodio complica la gestione tecnica e psicologica della gara. La clip seguente ci offre più di uno spunto di cui la chiosa finale vuole essere solo la realistica lettura dell’accaduto.

 

Cosa è successo: 16rosso conquista un rimbalzo in attacco e passa la palla ad 11rosso, che si arresta e tira da tre punti.  A seguito di un contatto tra la gamba di 11rosso ed il corpo di 3 bianco, gli arbitri coda e centro fischiano entrambi un fallo contro il difensore 3bianco ed assegnano 3 tiri liberi. Mentre l’allenatore bianco gesticola visibilmente, due arbitri  consultano l’IRS per verificare se effettivamente il tentativo di tiro fosse d 3punti. La partita ricomincia con tre tiri liberi a favore di 11rosso, dopo un richiamo ufficiale fatto all’allenatore bianco.

Contatto e cilindro: il replay evidenzia il contatto provocato dal tiratore, che con la gamba destra fuori dal proprio cilindro va ad occupare uno spazio che il difensore, al momento del salto, aveva libero. Il contatto crea un danno al 3bianco che cade per terra.

Fallo e controllo: 11bianco provoca il contatto dopo il rilascio del tiro: nessuna squadra è in controllo di palla ed un eventuale fallo sanzionato non potrà essere dell’attacco. Il fallo commesso da 11rosso deve essere sanzionato come fallo personale del giocatore: risulta complesso e difficile fare rientrare questo fallo nel novero dei falli antisportivi, ancorché il giocatore compia il gesto volutamente per ingannare l’arbitro ed avere un fallo a favore. Dal punto di vista regolamentare è impossibile fischiare un fallo tecnico visto che si tratta di un fallo di contatto! La sanzione del fallo sarebbe dovuta essere 2 tiri liberi per 3bianco, poiché la squadra rossa ha esaurito le penalità nel periodo; una eventuale realizzazione del canestro sarebbe comunque da convalidare.

Instant replay system: la scelta arbitrale di sanzionare il fallo al 3bianco su un tiratore molto prossimo alla linea che delimita l’area da 2punti, in un frangente delicato della partita, rende consigliabile la consultazione delle immagini per stabilire se effettivamente il tentativo fosse stato effettuato dall’area dei 3punti. L’utilizzo dell’IRS viene “caldeggiato” anche dall’allenatore bianco che tra una plateale scalciata e l’altra fa il segno del televisore, ottenendo comunque un richiamo ufficiale! Dopo la visione dell’IRS l’assegnazione dei tre tiri liberi è confermata.

Considerazioni: dobbiamo assumere che lo strumento possa mettere gli arbitri di fronte ad un errore, anche evidente, senza la possibilità di tornare indietro e cancellare una chiamata sicuramente sbagliata. Questo presuppone la capacità di metabolizzare l’errore, non solo per chi lo ha commesso ma anche per i compagni di terna. La perdita di credibilità e fiducia possono causare nel prosieguo della partita ulteriori errori, come la tentazione assumersi più o meno responsabilità, la possibilità inconscia di “riparare” all’errore, la rottura di quelle impalpabili linee che delimitano le aree di competenza; il rischio di è quello di spaccare il lavoro di squadra. Bisogna sempre ricordarsi che l’errore è parte integrante della prestazione individuale e di qualsiasi squadra, anche quella arbitrale: accettare e metabolizzare l’errore deve essere un “must”!

Una partita di basket è sicuramente un conflitto, anche solo perché una squadra deve risultare vincitrice. Se il fine giustifica i mezzi ed è lecito aspettarsi che i giocatori provino a vincere ad ogni costo (e questo è uno dei motivi per cui è imprescindibile la figura dell’ arbitro), è comunque incomprensibile l’atteggiamento di 11rosso, a cui è sanzionato un fallo, a seguito di un intervento mano/palla, un paio di azioni dopo aver tirato 3 tiri liberi (non dovuti). La sua corsa per il campo e la maglia tirata sul volto da sole meriterebbero un provvedimento ben più pesante dell’occhiataccia rifilata dall’arbitro. Anche alla luce di quanto accaduto recentemente, i giocatori devono rendersi conto che il loro “body language” vale più di mille parole e le regole prevedono sanzioni disciplinari per questo tipo di comportamento!