Alcuni giocatori sono maestri nel capire come trarre vantaggio dalle situazioni che il gioco propone. Per fare questo bisogna essere padroni delle regole è soprattutto sviluppare quella “intelligenza cestistica” di cui abbiamo già trattato in un articolo precedente.
Quando inizia l’atto di tiro? Non vi stiamo a tediare con la regola, di cui sotto trovate i riferimenti, ma vogliamo darvi alcuni indicatori che vi permettano di leggere meglio la giocata.
Se un giocatore: riceve, passa, palleggia o si arresta non è in atto di tiro! Passare da una ricezione all’atto di tiro spesso è tutt’uno (carpe diem!). La posizione sul campo e quella dei piedi sono irrilevanti.
Cosa è successo:
- Situazione 1: la squadra bianca rimette dal fondo per impostare l’ultima azione del quarto periodo. 1nero commette fallo su 7 bianco. Notate che appena vede arrivare l’avversario, 7bianco inizia l’atto di tiro, nonostante non abbia ancora raggiunto la metà campo d’attacco. L’arbitro sanziona il contatto attribuendo 3 tiri liberi a favore di 7 bianco.
- Situazione 2: 19rosso effettua una rimessa; lo stesso 19rosso riprende la palla dopo un dai e segui con un compagno; 8bianco provoca un contatto con 19rosso. Notate che nel momento in cui si concretizza il contatto 19rosso ha iniziato l’atto di tiro. L’arbitro sanziona il fallo con 3 tiri liberi.
E’ interessante notare come in entrambe le giocate (pochi secondi al termine punteggio ravvicinato) l’attaccante sia certo di subire un fallo, sapendo che il difensore vorrà concedere 2 tiri liberi piuttosto che un tiro da 3 punti (per il pareggio). Di conseguenza l’attaccante, brucia il tempo al difensore eseguendo un atto di tiro, seppur da distanza siderale o in equilibrio alquanto precario. Il difensore, che mentalmente “vuole” commettere fallo, non riesce ad interrompere la ricerca del contatto, facendo il gioco dell’avversario. Bravi i due attaccanti a cogliere l’attimo: 7bianco raccoglie dal palleggio e tira senza arrestarsi, leggendo che l’avversario gli andrà addosso; 19rosso è rapidissimo nel “continuare” ricezione-arresto-attoditiro mentre subisce il contatto dal difensore in ritardo “di un attimo”. Di contro se il difensore fosse riuscito ad interrompere la foga agonistica e fermarsi un attimo prima, l’attaccante avrebbe fatto un tiro a bassissima percentuale o avrebbe rischiato una una violazione di passi.
Indipendentemente dalle speculazioni tattiche dei protagonisti, l’arbitro: consapevole di quanto potrebbe accadere, deve limitarsi a leggere la giocata (conoscere per riconoscere) e -di conseguenza- determinare se il fallo è stato commesso su un giocatore in atto di tiro (RT art.15) o meno.
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