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(piccole) scaramucce!

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A volte nelle partite nascono dei conflitti tra giocatori, allenatori, arbitri. Non sempre il fair-play trionfa, anzi in più di un’occasione i giocatori mettono in atto piccole furberie, trash talking o azioni di disturbo mirate ad innervosire e deconcentrare gli avversari. Normalmente chi accende la scintilla cerca di confondersi tra compagni e avversari, magari per sfuggire agli strali arbitrali e a qualche provvedimento disciplinare; alcuni giocatori con spirito collaborativo cercano di sedare gli animi, mentre altri più battaglieri si fanno avanti a petto in fuori per attizzare il fuoco e cercare giustizia sommaria. Raramente vediamo i giocatori arrivare alle mani, ma l’atteggiamento di qualcuno meriterebbe pesanti reprimende da parte del proprio team staff e qualche provvedimento disciplinare più pesante di un semplice richiamo.

Come sempre prendiamo spunto da episodi reali per spiegare meglio quali sono i principi che regolano queste situazioni, conoscere per riconoscere piccole e grandi scorrettezze!

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A palla morta!

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A palla morta!

Capita che in una partita possano essere commessi degli errori da condividersi tra tutte le componenti del gioco. Se arbitri ed ufficiali di campo hanno il compito di sovraintendere alle procedure relative a sostituzioni e sanzioni, gli allenatori ed i giocatori devono conoscere le regole e sono pertanto ritenuti corresponsabili di eventuali errori nell’amministrazione del gioco. Basta una piccola disattenzione per ritrovarsi in una situazione ingarbugliata ed apparentemente cervellotica.

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Quando meno te lo aspetti….

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Gli allenatori insegnano, i giocatori creano, agli arbitri il duro compito di far rispettare le regole! Dopo il proiettile umano la NBA ci propone un altro caso estremamente interessante e dibattuto.

Cosa è successo: mancano 13 secondi alla fine del IV periodo; il giocatore bianco pressa il giocatore blu incaricato della rimessa. Durante l’azione difensiva il giocatore bianco mette un piede sulla linea.  L’attaccante blu riapre le linee di passaggio spostando il difensore con l’avambraccio destro.

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