Archivi categoria: Senza categoria

image_pdfimage_print

Se non puoi convincerli, confondili!

Ci sono arrivate numerose richieste di chiarimento su quanto presentato nel Quaderno Tecnico 1/2019 rilasciato dal Settore Tecnico Nazionale del CIA, relativamente alle domande 1 e 2. Le domande riguardano due situazioni abbastanza nebulose in cui il Regolamento Tecnico e le Interpretazioni ufficiali FIBA rilasciate ad Ottobre 2019 erano decisamente in contrasto tra loro. La FIBA ha rilasciato la “seconda edizione”, il 1º febbraio, sia del Regolamento tecnico che delle Interpretazioni ufficiali, attualmente disponibili in lingua inglese. Nella maggior parte dei casi regole ed interpretazioni vengono chiarite e rimesse in sintonia. Quello che arriva dalla FIBA sui documenti ufficiali deve essere applicato “di default” anche se, come in questo caso, le interpretazioni presentavano evidenza di errore.

La domanda 1 è multipla e presenta due diversi scenari, in relazione al fatto che il fallo tecnico sia sanzionato ad un giocatore avversario della squadra che ha diritto al possesso di palla o ad un giocatore della stessa squadra che ha diritto al controllo di palla. In queste  situazioni il resetting del display dei 24/14” presenta delle differenze, anche in funzione del punto (difesa/attacco) dove si svolgerà la rimessa dopo l’amministrazione del fallo tecnico. Per la prima risposta, ci si aspetterebbe di trovare un numero! Ma lo stimolo che arriva dal QT è quello di fare uno “sforzo” e ripescare la conoscenza o il regolamento tecnico in fondo a qualche cassetto! Leggete prima l’articolo 36.3.2 e poi l’articolo 29.2.1, che per la prima parte della domanda è sufficiente! l L’articolo prevede che in caso di fallo tecnico ad un giocatore della squadra non in controllo/diritto al possesso di palla, dopo il tiro libero, se la rimessa è in zona di difesa la squadra avrà diritto ad un nuovo periodo di 24” (4° pallino) o se la rimessa avviene in zona di attacco il reset sarà a 14” (5° pallino 2^ lineetta).

Mentre per la seconda parte, il riferimento all’articolo 29.2.3, specificato poi nel corpo della risposta, fa riferimento al “nuovo” articolo 29.2.3 attualmente reperibile solo sul nuovo RT 2^ edizione in lingua inglese (sotto riportato ed evidenziato in rosso nella versione “working paper”). Chi andasse a cercare sulla versione Italiana del RT attualmente disponibile troverebbe una cosa diversa, che la FIBA ha modificato.

29.2.3 Whenever the game is stopped by an official for a technical foul committed by the team in control of the ball, the game shall be resumed with a throw-in from the place nearest to where the game was stopped. The shot clock shall not be reset but shall continue from the time it was stopped. —> tradotto: ogni volta che il gioco è fermato da un arbitro per un fallo tecnico commesso dalla squadra in controllo di palla, il gioco dovrà essere ripreso con una rimessa in gioco dal punto più vicino (a cui si trovava la palla) quando il gioco è stato interrotto. L’apparecchio dei 24” non dovrà essere resettato ed il gioco continuerà con il tempo mostrato al momento dello stop.

il regolamento prevede che questi articoli si applichino quando il tecnico è sanzionato sia con il cronometro in movimento sia quando il gioco e fermo.

La domanda 2 è relativa all’interpretazione FIBA 17-30, nonostante la nuova stesura delle interpretazioni presenta ancora dei punti particolarmente oscuri che neppure il quaderno riesce a chiarire.

Cerchiamo di spiegare:

17-30 Example: With 5 seconds on the shot clock, thrower-in A1 passes the ball towards team B’s basket where it touches the ring. Interpretation: The shot clock operator shall not reset his clock, as the game clock has not started yet. The game clock shall be started simultaneously with the shot clock. If team A gains control of the ball the shot clock shall be reset to 14 seconds. If team B gains control of the ball the shot clock shall be reset to 24 seconds. —> tradotto: 17-30 Esempio: Con 5 secondi sull’apparecchio dei 24”, A1 incaricato della rimessa passa la palla verso il canestro della squadra B ed essa tocca l’anello. Interpretazione: L’operatore dei 24 secondi non dovrà resettare il suo apparecchio, poiché il cronometro di gara non è ancora partito. Il cronometro di gara sarà azionato contemporaneamente con l’apparecchio dei 24”. Se la squadra A acquisisce il controllo della palla l’apparecchio dei 24” sarà resettato a 14 secondi. Se la squadra B acquisisce il controllo di palla l’apparecchio dei 24” sarà resettato a 24 secondi.

E’ evidente che nell’interpretazione manchi qualcosa, infatti se la palla colpisce l’anello, come scritto nell’interpretazione 17-30: il cronometro non parte! Ma dopo aver colpito l’anello non è garantito che una squadra controlli immediatamente il pallone, infatti può accadere che la palla tocchi o sia toccata da un giocatore in campo (momento in cui deve partire  – solo – il cronometro), seguendo l’input dell’interpretazione gli ufficiali di campo dovrebbero far partire cronometro e 24 secondi (che segna 5) simultaneamente. A quel punto i cronometri scorrerebbero fino a quando una delle due squadre non acquisisse il controllo di palla, momento in cui l’operatore dei 24” potrebbe resettare secondo quanto prescritto, ma in caso di più tocchi senza controllo da parte delle due squadre si potrebbe verificare una violazione di 24” da parte della squadra A!

Altra possibilità, a nostro avviso più logica e coerente con quanto avviene nelle normali situazioni di tiro, sarebbe che al momento del tocco della palla sull’anello il display dei 24” fosse messo, ove possibile in blank oppure a 24, il cronometro attivato al primo tocco della palla ed il display resettato a 24 o 14 al momento in cui una squadra otterrà il controllo della palla. Ma questo andrebbe in crash con l’interpretazione che prescrive che i cronometri di gara e dei 24” siano azionati simultaneamente.

Una cosa e certa, l’interpretazione è ambigua, sicuramente la giocata non è delle più frequenti, ma nel caso accadesse sapere come comportarsi sarebbe di grande aiuto!

PS: la clip è di una partita giocata ad inizio stagione, l’errore di mancato reset a 14 è evidente!

Articolo letto 583 volte

banner amazon
Facebooktwitterlinkedinmail

Com’è profondo il mare!

Una lenta ed ineluttabile decadenza tecnica!

Sono sotto gli occhi di tutti le clamorose topiche arbitrali, dalla NBA ai campionati regionali passando per Eurolega, NCAA e vari campionati nazionali. Sicuramente tutto è amplificato dalla rete dove ormai le immagini viaggiano in tempo reale e le visualizzazioni si moltiplicano grazie alla condivisione. Qualcuno dice che tutte queste cose accadevano anche prima, ma avendo meno risonanza perché tramandate solo per via orale da chi aveva assistito all’evento o sporadicamente reperite su vhs o dvd. Può essere, ma vedendo ormai da alcuni decenni moltissime partite dal vivo ed in video, negli ultimi anni ho assistito ad un moltiplicarsi di scelte e gestioni tecniche assolutamente incomprensibili, anche in considerazione del fatto che ad altissimo livello la televisione è entrata prepotentemente per supportare le difficoltà arbitrali nelle letture di giocate sempre più veloci e sul filo dei millimetri e/o centesimi di secondo.

Molti fattori stanno contribuendo alla proposizione di prestazioni infarcite da errori, dimenticanze e rattoppi; la domanda non è più se gli arbitri conoscono il gioco, ma se si ricordano le regole. Mi spiego meglio: spesso è difficile entrare nella valutazione di situazioni grigie e dinamiche, dove la profondità e la distanza, piuttosto che l’attenzione o l’angolo di visuale, possono determinare una chiamata sbagliata: certe azioni viste e riviste sono talmente al limite che dare una certezza diventa impossibile! Per contro faccio faticare a capire l’arbitro quando sbaglia una regola facile, quando sbaglia una sanzione, quando nega l’evidenza del fatto anche dopo aver visto e rivisto le immagini, o quando per presunzione rifiuta l’uso dello strumento elettronico.

Difficoltà delle regole? Obiettivamente le regole sono sempre più complicate, tanto che spesso regolamento ed interpretazioni ufficiali (documenti scritti e pubblicati) entrano in conflitto; la scelta di costruire una casistica per ogni situazione con la relativa spiegazione ha provocato una crescita dei documenti smisurata da imparare a memoria. Comunque il conflitto evidente delle casistiche con alcuni passi del regolamento aumenta la confusione ed ovviamente compromette la corretta applicazione delle regole sul campo. Anche se spesso si tratta di tecnicismi arbitrali, oscuri ai più, la corretta applicazione di una regola e/o di una interpretazione sono fondamentali per un equo svolgimento della partita.

Ignoranza? Intesa come ignorare l’esistenza di qualcosa, ovvero la conoscenza sommaria e superficiale delle regole e delle stese interpretazioni. Se seguite i nostri post e soprattutto se leggete i commenti vi accorgerete che moltissimi addetti ai lavori, incluso gli arbitri, spesso non conoscono o non ricordano perfettamente la regola: sparano la prima cosa che gli viene in mente, arbitrando la clip come se fossero loro in campo, senza pensare a quali regole girano intorno alla giocata e quali possano essere le infrazioni commesse e tralasciando spesso ciò che succede intorno (tavolo, freccia, cronometro, shot clock dei 24”)

Allenamento? Probabilmente quasi tutti gli arbitri si allenano dal punto di vista fisico, ma palestra e corsa possono bastare? Molti si allenano anche con le squadre quando sono liberi dalle partite, ma la maggior parte inclusi quelli che fanno attività internazionale passano le settimane a viaggiare ed arbitrare e devono dedicare il resto del tempo a lavoro e famiglia.

Studiare? Quanto tempo rimane per guardare altre partite o riguardare le proprie partite, per leggere o rileggere il regolamento e le interpretazioni? I numeri ci dicono che pochi ci leggono su www.weref.it e qualcuno in più ci segue su Facebook; in ogni caso i numeri sono decisamente marginali, anche rispetto ad un numero esiguo di addetti ai lavori che potrebbero essere interessati a saperne di più! Anzi dovrebbero assolutamente saperne di più. Attenzione, vi ricordo che: più che risposte noi cerchiamo di sollecitarvi a farvi delle domande, non siamo depositari del verbo ma facciamo sempre riferimento alle regole.

L’arbitro è un atleta “solo” anche quando arbitra in coppia o in terna; non ha un allenatore che controlla e pianifica il suo lavoro, aiutandolo a crescere. Una riunione tecnica mensile in provincia, due o tre raduni l’anno e sporadici incontri con i propri istruttori possono incidere sul bagaglio d’esperienza e conoscenza? Che valenza tecnica possono avere valutazioni che servono a “classificare” una prestazione con un numero? Quanta aspettativa è caricata sul responso finale numerico? Quanta attenzione è distratta dall’interpretare ciò che viene detto in funzione del voto? Cosa si porta a casa da una valutazione, positiva o negativa che sia? Può valere il detto che sbagliando si impara? Francamente no! Può la quantità di partite arbitrate far crescere la qualità? Dai numeri non sembrerebbe: chi fa centinaia di partite l’anno non arbitra in serie A.

Giovani o vecchi? L’eterno dilemma! I vecchi si dimenticano velocemente di essere stati giovani, i giovani vogliono diventare subito affidabili. Quanto sono preparati i giovani ad affrontare un salto di livello? Siamo sicuri che la “percentuale di realizzazione” di un anziano sia sempre migliore di quella di un giovane?   Quali sono i programmi e meccanismi di integrazione tra giovani e anziani? Il sistema valutativo con graduatoria giova alla serenità ed alla crescita dei singoli?  C’è bisogno di un 1º,2º,3º .. ultimo arbitro della lista?  In un sistema numerico quanto gli episodi, soprattutto quelli finali, possono inficiare la valutazione? Tutti  gli errori commessi nel corso della partita, i fischi sbagliati o non presi hanno lo stesso peso per ogni singolo arbitro?

Gli arbitri come i giocatori hanno una parabola psico-fisica, solo pochissimi riescono a mantenere un livello di reattività/attenzione idoneo alla velocità del gioco. 45 anni sono un bello spartiacque dopo il quale inevitabilmente comincia la parabola discendente. In questo possiamo sicuramente imparare dal calcio! Certo l’esperienza permette di “recuperare” certe situazioni, ma se a volte arriva un aiuto, quante altre chiamate sbagliate da fuori posizione sanno di mancanza di fiducia e prevaricazione, oppure sono solo “ambientali”? Questo a volte fa deragliare più di una terna. La lotta tra il mantenere la posizione e il cercare l’affermazione provoca un effetto yo-yo tra chi cerca di non scontentare nessuno e chi affronta la partita in punta di fioretto, quando per tutti sarebbe necessario sfoderare la sciabola e proteggere il gioco tutti insieme. Certo è che sia più facile scaricare le colpe sugli altri che assumersi le proprie responsabilità. In ogni caso tutti devono controllare il match in modo tale che nulla possa sfuggire.

Il tempo esiguo di pochi dilettanti, stride con il tempo pieno di molti professionisti! Ogni giocatore ha a disposizione uno staff che lavora solo per lui e per i suoi compagni, individualmente ed in gruppo. Ogni suo movimento, azione, giocata, viene analizzato, vivisezionato, smontato e rimontato sia in campo che a video. La capacità di lettura e ripetitività vengono affinate giorno dopo giorno, i consigli e i suggerimenti arrivano da soggetti diversi per rafforzare il messaggio. Il lavoro di una settimana viene testato, sotto gli occhi del coaching staff, durante la partita e la possibilità di apportare correttivi in corsa può contribuire a migliorare la prestazione. Insomma un cantiere continuo!

Ma quale può essere l’anello di congiunzione tra due mondi così distanti? Mondi che comunque orbitano intorno alla stessa palla a spicchi! Sicuramente la metodologia: quella applicata ai giocatori deve essere ribaltata sugli arbitri. Per fare questo è necessaria una struttura, probabilmente appena distante da quella di un club, che ha bisogno di risultati immediati, ma abbastanza vicina a quella settore squadre nazionali, dove si costruisce nel tempo e ed i percorsi di crescita sono organici ed organizzati. Certo per mettere in piedi qualcosa del genere ci vogliono tempo e denaro, ma soprattutto uomini. I tempi sono maturi per dare un segnale di svolta e cominciare ad affrontare seriamente un problema prima che si trasformi in una deriva!

 

Articolo letto 409 volte

Facebooktwitterlinkedinmail

Lupo ulu..là, freccia ulu..lì! (🇬🇧 below)

Spesso basta poco per perdere la direzione, soprattutto se non si conoscono i percorsi delle regole; per fortuna lungo il cammino a volte si incontrano delle persone che possono aiutare a ritrovare la retta via. Nel divertente siparietto tra arbitri e allenatori, con i giocatori spettatori attoniti, possiamo cogliere: indecisione, perplessità, proteste!

Questa sequenza di clip ci dà modo di rinfrescare diversi articoli del regolamento che i nostri protagonisti sembrano avere dimenticato!

Dopo la battuta legale sul salto a due del 55bianco la palla termina direttamente fuori. Il gioco riprende con una rimessa nera, mentre la freccia di possesso alternato non viene esposta perché nessuna squadra ha ancora controllato la palla sul terreno di gioco. Nel momento in cui 44nero controlla la palla passata da fuori campo la freccia di possesso alternato viene esposta: indicando il verso di attacco bianco per il prossimo possesso alternato.

A poco meno di 90” dalla fine del primo periodo la palla sfugge di mano al 4bianco che si tuffa sul parquet per recuperarla. Insieme a lui anche 8nero cerca di prenderla e mentre la trattengono, entrambi finiscono fuori campo. Non è rilevante chi dei due esca per primo perché in questa situazione le regole prevedono comunque una situazione di salto a due da amministrare con la freccia di possesso alternato;  come ricorderete la freccia indica la squadra bianca.

Il gioco riprende con la rimessa in attacco bianca, con 7” sul display dei 24, ma prima che la palla sia passata dal giocatore in campo, l’arbitro coda fischia un fallo in attacco al 28bianco per un blocco illegale. Prima della ripresa del gioco, con una rimessa laterale nera, l’arbitro coda indica il tavolo e fa il gesto con il “pollice su” che significa che tutto è a posto: si riferisce alla freccia?

All’inizio del secondo quarto, gli arbitri si portano verso la linea centrale per amministrare la rimessa di possesso alternato per la squadra bianca. Tutto sembra procedere normalmente quando l’allenatore nero chiede spiegazioni al 2° arbitro, asserendo di avere diritto alla rimessa perché in precedenza (clip 2 e 3) in occasione della palla trattenuta, la stessa era stata assegnata alla squadra bianca. Dopo un consulto tra secondo e primo arbitro, quest’ultimo si reca al tavolo e chiede di girare la freccia, mentre i due allenatori mostrano il loro disappunto. Il dialogo tra arbitro e commissioner sembra convincere il primo arbitro della correttezza della posizione della freccia, anche se la successiva spiegazione all’allenatore nero non sembra avere lo stesso effetto.

Gli arbitri, riprendono il gioco dopo aver superato il vuoto di memoria regolamentare. Noi riprendiamo il filo della regola per chi, come l’allenatore nero non la conosce.

  • La freccia di possesso alternato viene girata solo quando la rimessa per possesso alternato viene completata.
  • Per completare una rimessa di possesso alternato:
    • la palla passata da fuori campo deve toccare o essere toccata da un giocatore in campo o
    • la squadra che rimette deve commettere una violazione o
    • la palla viva si deve bloccare tra anello e tabellone durante la rimessa!

Se viene commesso un fallo la freccia viene congelata ed il fallo deve essere amministrato. Nel caso specifico il fallo in attacco del 28bianco, squadra bianca in controllo di palla, determina una perdita di controllo ed una conseguente rimessa nera, ma non determina la perdita del diritto al successivo possesso alternato, poiché la rimessa non è stata completata. La stessa cosa sarebbe accaduta anche se il fallo con palla fuori dal campo per la rimessa fosse stato commesso da un giocatore nero. La squadra bianca avrebbe eseguito la rimessa relativa al fallo (o tiri liberi) ma la freccia non sarebbe stata girata.

La gestione della freccia di Possesso Alternato, ancora dopo molti anni, si sta rivelando sempre ostica per tutti i protagonisti della gara. Anche in questa occasione è stato impiegato troppo tempo per capire e gestire un’informazione che doveva essere data immediatamente. Come spesso accade una parte della risposta può essere trovata al tavolo, sempre che da lì il messaggio arrivi agli arbitri solido e consistente. Trasmettere certezze e sicurezza, sulla base di una profonda conoscenza delle regole, aiuta allenatori e giocatori a mantenere controllo e serenità.

There wolf, there arrow!

Often may be easy to lose direction, mostly if you don’t know the rules paths; anyway you can meet some people who helps you to find the right path again. In the following funny scene between referees and coaches, with the players astonished spectators, we can seize: indecision, perplexity, complaints!

This sequence of clips allows us to refresh some articles of the rule book that the leading actors of the game have forgotten.

After the legal tap on the jump ball by 55white, the ball goes directly out of bonds. The game resume with a black throw-in, while the possession arrow is, correctly, still neutral, because neither team have controlled the live ball on the playing court. When 44black controls the ball throwed-in by his mate, the possession arrow is showed: entitled to the white team for next alternating possession.

Less than 90” to the end of the first period, the ball slip off the hands of 4white who dives on the flor to revcover it. Also 8black try to recover the ball. While both players are holding the ball they go out of bounds. Is not important who goes out first, because in this situation the rules provide a jump ball situation administered with the possession arrow; as you will remember is for white team.

The game resume with white throw-in, with 7” on the shot clock, but before the ball is throwed-in, the trail referee calls an offensive foul to 28white: illegal screen. Before the ball has been placed at the disposal of the black player for the throw-in, the trail referee makes the signal of thumb up to the officials, which means that is all under control.

At the start of the second quarter, referees are going to the centre line to administer the alternating possession throw-in for white team. Everithing seems to proceed normally when the black coach asks for explanations to the umpire, claiming to be entitled of the throw-in because some minutes ago (clip 2and 3) after the held ball, the throw-in was granted to the white team. After the consultation between umpire and referee, the last one goes to the table and asks to reverse the possession arrow, while the two coaches, too close to the officials table, are showing their disappointment. The conversation between referee and commissioner seems to persuade the referee of the correct position of the possession arrow, even if the subsequent explanation to the black coach not seem to convince him.

While the referees, have passed the rules memory gap and resume the game, we take back the thread of the rule for who, as the black coach, didn’t know it.

  • The possession arrow will be reversed only when the alternating possession throw-in ends. The throw-in ends when:the ball touches or is legally touched by a player on the playing court, or
    • the team taking the throw in commits a violation, or
    • a live ball lodges between the ring and the backboard during the throw-in!

If a foul is committed by either team the possession arrow is freezed and the penalty of the foul will be administered. In this specific case, the 28white offensive foul, white team in control of ball, determines that white team lose control of ball and a consequent black team throw-in, but white team didn’t lose his right to the next alternate possession, because the throw-in didn’t ends. The same thing would happen if the foul had been committed by a black player. The white team would have had a throw-in (or free throws) for the foul but the possession arrow souldn’t be reversed.

The management of the possession arrow, still after many years, is always proving difficult for the actors of the game. Also on this occasion, too much time is elapsed to understand and manage an information which had to be done immediately. As it often happens a piece of the answer can be found at the officials table, providing the message will arrive to the referees solid and consistent. Transmit certainties and security, based on a deep knowledge of the rules, helps players and coaches to keep control and serenity.

Articolo letto 347 volte

Facebooktwitterlinkedinmail

Quando le interpretazioni scavalcano le regole

Dopo le numerose variazioni ad alcuni dei 50 articoli che compongono il regolamento, la FIBA ha aggiunto 90 pagine di interpretazioni con numerose eccezioni alle stesse. Nel corso della pausa estiva abbiamo potuto leggere 12 edizioni di regolamento ed almeno 7 di interpretazioni. Nonostante alcune stesure inverosimili, aggiunte, correzioni e modifiche, il 25 settembre 2018 sono arrivate le versioni finali ufficiali dei documenti in inglese; poco dopo abbiamo potuto leggere le traduzioni in Italiano.

Continua la lettura di Quando le interpretazioni scavalcano le regole

Articolo letto 711 volte

Facebooktwitterlinkedinmail

Mi fido? Non mi fido!

Arbitrare è un lavoro di squadra, le competenze sono segnate da linee sottilissime, immaginarie! La responsabilità di quanto avviene sul campo di gioco è condivisa, ma che siate due o tre arbitri è fondamentale che vi fidiate di chi è in campo con voi. Se ogni arbitro coprisse diligentemente la propria area di competenza, almeno in triplo, non dovrebbe sfuggire praticamente nulla. Attenzione: il termine più importante della frase di prima è diligentemente! Come sempre tra la teoria e la pratica c’è un enorme differenza; la palla è un magnete che catalizza l’attenzione di tutti e anche l’arbitro più preparato e concentrato ogni tanto “butta un occhiata” verso la palla, anche solo per sapere dov’è. Ed è proprio in quell’attimo che si compiono danni irrimediabili: parte un fischio, si fa un gesto, accade qualcosa nella propria area di competenza che tutti vedono tranne chi ci dovrebbe guardare!

Continua la lettura di Mi fido? Non mi fido!

Articolo letto 414 volte

Facebooktwitterlinkedinmail

Quando il senso di giustizia va sopra le regole

In una prestazione sportiva l’errore, sempre in agguato, fa parte del gioco e come tale deve essere accettato e gestito. In questo contesto si inseriscono le regole, scritte per amministrare correttamente qualunque situazione si possa creare, anche quella derivante da un fischio sbagliato o scappato per caso!

Continua la lettura di Quando il senso di giustizia va sopra le regole

Articolo letto 578 volte

Facebooktwitterlinkedinmail